L’Uroburo è l’immagine di un serpente che si morde la coda e la inghiotte.
Questa diffusissima figura simbolica rappresenta, sotto forma animalesca, l’immagine del cerchio che personifica l’ eterno ritorno. Esso sta ad indicare l’esistenza di un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. In simbologia, infatti, il cerchio è anche associato all’immagine del serpente che da sempre cambia pelle e quindi, in un certo senso, ringiovanisce. L’Uroboro rappresenta il circolo, la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, come la morte e la rinascita, la fine del mondo e la creazione, e di conseguenza anche l’eternità iconograficamente rappresentata dal cerchio stesso.
Nella simbologia alchemica l’Uroburo è l’immagine allegorica di un processo, in sé concluso, che si svolge ripetutamente e che avviene attraverso l’aumento della temperatura, l’evaporazione, il raffreddamento e la condensazione di un liquido, ciclo che serve alla raffinazione delle sostanze. Per questo motivo il serpente, che va a costituire un cerchio, è spesso raffigurato con due creature che collegano la bocca alla coda. La creatura superiore, segno della volatilità, è rappresentata come un drago alato.
L’Uroboro nacque dall’esigenza percepita dagli alchimisti greci che, nell’intento di animare una figura geometrica ritenuta troppo arida, hanno voluto vedere nel Cerchio un Serpente che si morde la coda. È il Serpens qui caudam devorat, talvolta raffigurato metà bianco e metà nero, cioè Yin e Yang della tradizione del Taoismo cinese, le due opposte nature, il Rebis.
Secondo Schwarz (L’immaginazione alchemica, Ediz. La Salamandra, 1980):
“Il concetto delle due nature ci introduce ad un altro elemento cardinale del pensiero alchemico, e cioè al concetto che l’impulso alla differenziazione della materia prima nei suoi componenti maschile e femminile è dato dalla lotta e dalla conseguente unione delle polarità fondamentali. L’incesto filosofale (coniunctio oppositorum) dell’Alchimista, realizza il filius philosophorum, l’immortale Androgino, che si identifica nella Pietra Filosofale, annunciata dalla sua nascita. Infatti il Rebis non è che il prodotto delle nozze alchemiche tra il Mercurio, la donna, il principio lunare, e lo Zolfo, l’uomo, il principio solare”.
L’Uroboro viene anche considerato simbolo dell’evoluzione che si conclude in sé stessa, e quindi dell’unità fondamentale del cosmo. Il motto “en to pan” (Uno il Tutto), con cui accompagnavano il simbolo ofidico, esprimeva la loro fede totale in ciò che esiste e può essere concepito. Per il sensista questo Tutto equivale a Niente, poiché ritiene reale solo ciò che può essere constatato oggettivamente.
Luca
Buongiorno Andrea,
mi sto dedicando allo studio del simbolo dell'Uroboro. Ha altri libri da indicarmi oltre a quelli già citati?
grazie mille
Luca
Elda
Luca, stiamo lavorando ad un progetto da sviluppare con Estate Ragazzi e abbiamo scoperto un capitello in un muro di una chiesa che riproduce due oroburi. La storia è affascinante, come possiamo raccontarla ai ragazzi? Vuole che le invii la riproduzione? La chiesa è a Montaldo Torinese, vicino a Chieri. Grazie
Fausto Poleselli
Salve, sono interessato all’urobors come metafora della ‘causalità circolare’. Vorrei anch’io avere indicazioni di una bibliografia più ampia di quella citata (peraltro di non facile reperimento). Ultima cosa: recentemente sono stato in Argentina e li mi hanno parlato di un ‘lucertolone’ che durante il periodo del letargo si alimenterebbe della sua stessa coda. Mi sapete dire di quale animale si tratta? Grazie per la cortesia
Dott. Fausto Poleselli
AMINA PANIN
Non avendo fatto studi classici, ne ho cercato il significato partendo da un commento in mymovies sul film Arrivals.
Le connessioni di senso tra ambiti, materie, filosofie, religioni diverse, è affascinante.
angelo
Molto interessante: il simbolismo dell’uroboro o serpente che si mangia la coda, possiede il simbolismo di rigenerazione del serpente. Oltre che quello del cerchio un simbolo grafico geometrico senza fine, poiché non ha inizio né fine nella sua forma https://simbolisignificato.it/totem-animali-nativi/serpente-simbolo
Marisol
Nella religione cattolica, il serpente simboleggia il male, la disobbedienza, il declino dell’uomo, in somma, il diavolo. Perché in questo simbolo, uroburo, diventa o meglio simboleggia la gioia, cioè la gioia della rinascita, della vitalità o quasi quasi, della speranza.
Michela M.
A mio avviso, la simbologia cattolica è molto più recente di quella presentata in questo articolo. Il serpente si accosta alla conoscenza e al sapere, basti pensare al caduceo dei medici. Ragionandoci su, il serpente avvinghiato all’albero della Genesi propone proprio questa scelta: la conoscenza, con la conseguenza di sprofondare nelle polarità giusto/sbagliato – buono/cattivo – fine/inizio ecc. al posto della “beata ignoranza”, statica e idilliaca, che non porta a nessuna evoluzione personale, propria del giardino dell’Eden.
Marco Bertoli
Buon giorno a tutti, anni fa per uno studio su un intreccio sferico per un libro da cintura medioevale ho creato un pseudo uruboro molto intrecciato su se stesso. Se siete curiosi guardate nel sito: http://www.cargocollective.com/ilgufo
Lo chiamai tutto torna perché effettivamente è un lungo serpente che si morde la coda in una soluzione continua. Saluti.
Marco Bertoli
Buon giorno a tutti, anni fa per uno studio su un intreccio sferico per un libro da cintura medioevale ho creato un pseudo uruboro molto intrecciato su se stesso. Se siete curiosi guardate nel sito: http://www.cargocollective.com/ilgufo
Lo chiamai tutto torna perché effettivamente è un lungo serpente che si morde la coda in una soluzione continua. Saluti.