Roma, 17.XI.1953
Stimato Signore,
Il mio nome dovrebbe esserLe noto, perché per il tramite del dr. Mohler ho ricevuto un esemplare di Heliopolis con dedica e anche perché nel Reich noi abbiamo avuto molte conoscenze in comune – p. es. il prof. C. Schmitt e il barone Von Gleichen.
Da tempo seguo la Sua attività con particolare interesse e ho avuto spesso l’occasione di fare riferimento alle Sue opere. Tra queste, mi sono propriamente vicine quelle del primo periodo, diciamo fino alle Scogliere di marmo. Ed è a tale proposito che mi permetto di rivolgermi a Lei. Spero di poter far fare una traduzione italiana di Der Arbeiter. Data l’analogia del primo dopoguerra con il secondo, la problematica prospettata in quel libro è a mio avviso nuovamente attuale; d’altronde le soluzioni che nel frattempo si era sperato di trovare nel Reich e in Italia erano per lo più soltanto soluzioni fittizie, surrogati e manifestazioni effimere. Inoltre spero che il libro possa ancor oggi esercitare un effetto “di risveglio”.
Ora abbiamo da lottare con un ostacolo, perché io non posseggo il libro suddetto ed è molto difficile da reperire. Il dr. Mohler mi ha addirittura scritto che anche presso di Lei ne è disponibile soltanto un esemplare di archivio. Forse però Le sarà possibile trovare qualcuno, nell’ambito delle Sue conoscenze, che possa o vendere il libro o semplicemente prestarlo per il periodo dell’analisi e della relativa traduzione, sotto formale e personale assicurazione della restituzione di esso.
Inoltre: a chi ci si dovrebbe rivolgere per i diritti della traduzione?
La prego di scusare questo approccio: mi ci sono trovato costretto a causa del continuo rinvio della circostanza in cui avrei avuto l’onore di prender contatto con Lei personalmente.
Con particolare considerazione,
Suo devoto
J. Evola
J. Evola
Corso Vittorio Emanuele 197
Roma
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(Vedi Gianfranco de Turris, Evola e Jünger).
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