La Comunità di Destino

Grazie all’interessamento dell’Associazione Culturale Thule Italia, è stato ripubblicato un saggio del 1938 di Carlo Lavagna dal titolo La dottrina Nazionalsocialista del Diritto e dello Stato. Si tratta di un testo di eccezionale interesse perché documenta la ricezione in ambito italiano delle dottrine costituzionali attuate in Germania dall’ideologia nazionalsocialista, mettendo a disposizione dei lettori una fonte originaria sull’argomento, anziché notizie di seconda o terza mano, spesso adulterate dai ciarlatani di regime che si spacciano per studiosi di storia.

Una figura intellettuale di eccellente qualità è invece Sonia Michelacci, che ha scritto la prefazione al volume. La Michelacci, esperta studiosa di temi giuridici, richiama l’attenzione sulle novità eclatanti che la dottrina nazionalsocialista introduceva nel diritto costituzionale: il popolo non era più formato da “cittadini”, termine che contiene inquietanti richiami alle concezioni illuministe sfociate nella Rivoluzione francese, ma da Volksgenossen, compagni di stirpe che davano al popolo la forma di una “Comunità di Destino”. La cultura giuridica italiana, fortemente influenzata dal diritto romano e ancorata a concezioni liberal-borghesi che si erano formate nel Risorgimento, era lontana da un’idea di diritto profondamente legata a sentimenti identitari, che era invece molto radicata in Germania. Del resto in Italia il Codice Civile e il Codice Penale, entrati in vigore al tempo del fascismo, sono rimasti in vigore anche nella democrazia, e senza troppe modifiche…

Il libro di Carlo Lavagna mostra come in ambiente italiano si cominciasse a riflettere sui presupposti antindividualisti che ispiravano la legislazione tedesca. Lavagna passa in rassegna i principali studiosi di diritto costituzionale che in quegli anni animavano il dibattito giuridico: Larenz, Jerusalem, Krieck, Huber, Koellreutter, Höhn, Schmitt…

Seppure con varie sfumature questi intellettuali delineavano l’idea di una comunità nazionale organica che si organizzava su presupposti gerarchici in grado di selezionare gli elementi migliori che andavano a formare l’élite politica. In questo senso il popolo diveniva espressione dello “Spirito generale” cioè degli indirizzi decisionali che la comunità esprimeva attraverso una sorta di “lavoro di gruppo” che coinvolgeva tutti i membri della nazione. Una concezione totalmente opposta a quella di “volontà generale” coniata dai rivoluzionari francesi del 1789, che rappresentava solo la volontà di una oligarchia senza alcun legame col popolo ridotto a una massa amorfa di individui: ovvero la claudicante organizzazione delle moderne democrazie, basate sulla finzione sociale dell’uguaglianza!

Carl Schmitt, La condizione storico-spirituale dell'odierno  parlamentarismoI teorici tedeschi insistevano sull’aspetto decisionista dell’azione politica, delineando un sistema giuridico flessibile e adattabile alle esigenze che di volta in volta la situazione poteva richiedere: anche sotto questo aspetto la concezione del diritto germanica era del tutto lontana dai bizantinismi che hanno sempre caratterizzato il mondo giuridico italiano. Larenz e Schmitt parlavano espressamente di “realismo politico” proprio perché la scienza del diritto tratteggiava il fenomeno statale come fenomeno essenzialmente politico. Si definiva in questo modo un’idea di “stato giusto” cioè un modello di stato che rispondeva alle esigenze dell’ordine concreto di vita di un dato popolo. Sulla base di queste considerazioni possiamo notare come la cultura contemporanea abbia cancellato la visione politica della vita sociale per sostituirla con quella economica.

Naturalmente le concezioni esposte nel libro di Carlo Lavagna sono espressione di una realtà sociale molto diversa da quella del XXI secolo, tuttavia la lettura di questo testo è assolutamente raccomandabile in un’epoca in cui il dibattito politico verte su aspetti inessenziali e secondari per la vita dei popoli. Tanto più che le varie ipotesi di riforme costituzionali che vengono periodicamente dibattute, sono generalmente volte a penalizzare il momento della decisione per dare spazio a un’infinita discussione, col risultato di lasciar incancrenire i problemi che affliggono la comunità.

I costituzionalisti possono quindi trovare in questo testo stimolanti ipotesi di approfondimento e di elaborazione teorica per uscire dalla palude di dibattiti culturali obsoleti e insignificanti.

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Carlo Lavagna, La dottrina Nazionalsocialista del Diritto e dello Stato, Associazione Culturale Thule Italia, Roma 2010, pp.146, € 20,00.

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Michele Fabbri ha scritto il libro di poesie Apocalisse 23 (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2003). Quella singolare raccolta di versi è stata ristampata più volte ed è stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Dell’autore, tuttavia, si sono perse le tracce… www.michelefabbri.wordpress.com
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