Nel magistrale L’esoterismo di Dante René Guénon svelò la visuale per comprendere il senso nascosto del poema
Pubblicato per la prima volta nella “Piccola Biblioteca” delle edizioni Adelphi, il breve saggio di René Guénon L’esoterismo di Dante costituisce, come quasi ogni libro di questo autore, un prezioso scrigno ricco di inestimabili tesori. “Dante indica in modo esplicito che nella sua opera vi è un “senso nascosto”, propriamente dottrinale, di cui il senso esteriore e apparente è soltanto un velo, e che deve essere ricercato da coloro i quali sono capaci di penetrarlo”: prendendo spunto dall’indicazione dantesca circa i quattro livelli a cui può essere attinto il senso dell’opera, il metafisico francese (di cui cade quest’anno il cinquantennale della morte) si interessa proprio all’ultimo, che definisce esoterico. Non è del resto un caso che le maggiori divergenze della critica continuino a vertere su questo significato, per comprendere il quale è necessaria, oltre a una speciale predisposizione, una qualificazione di tipo “tradizionale”. A parte i fondamentali studi del Valli – di poco successivi al saggio di Guénon, che nella versione originale è del 1925 – in italiano ben poche letture sono state fatte in questa direzione così difficoltosa.
Passo per passo, e con la frequente allusione a simboli appartenenti alle più varie tradizioni, Guénon ci conduce nell’universo spirituale da cui scaturì la mirabile creazione dantesca. La struttura cosmica, le divisioni temporali e spaziali, i regni animale, vegetale e minerale, i numeri simbolici e le loro proporzioni, tutto rientra in un grande affresco di simboli che allude a un’esperienza iniziatica. Sulla scienza dei numeri in Dante, in particolare, lo studioso francese mette in chiaro come esistano paralleli significativi con numerosi altri ambiti tradizionali, inclusa forse persino la Qabbalah ebraica, ma con ben maggiore certezza il Pitagorismo, che fondava la sua scienza sui rapporti e le proporzioni dei numeri, più che sul valore numerico di caratteri dell’alfabeto.
Lo studioso francese è costretto ad accennare poi a numerose implicazioni storiche, dalla distruzione dell’Ordine del Tempio alla nascita del Rosicrucianesimo e della Massoneria: questi e altri episodi vengono letti “tra le righe”, cioè per quel che di sovratemporale e assoluto agì tramite essi. Una digressione assai interessante riguarda i Viaggi extraterrestri nelle differenti tradizioni (di questo infatti si tratta nel caso della Divina Commedia): con una serie di significativi paralleli, Guénon ci rammenta la sostanziale identità del viaggio dantesco con quelli descritti da Mohyiddin ibn Arabi, il più grande dei maestri spirituali dell’Islam: “Tali coincidenze, fin nei dettagli più minuti, non possono essere accidentali, e abbiamo più d’un motivo per credere che Dante si sia effettivamente ispirato, per una parte importante della sua opera, agli scritti di Mohyiddin”. Nelle opere di quest’ultimo si trovano poi numerose immagini proprie di tradizioni millenarie, o meglio sarebbe dire della Tradizione Una: per questa ragione i critici sono giunti persino a pensare a influenze indiane su Dante. Anche la struttura del cosmo che si articola in tre mondi è tipicamente tradizionale, e si manifesta tanto nell’immagine di un sovramondo, il mondo terreno e un mondo infero quanto in quella di un sovramondo, il mondo terreno e un mondo etereo che mette i due precedenti in comunicazione. Ma queste due varianti corrispondono, come ben spiega Guénon, a una medesima struttura cosmica, in cui l’intero universo pare fondarsi sull’equilibrio ternario.
Un altro aspetto di indubbio interesse riguarda l’interpretazione del “ghibellinismo” dantesco. A tale proposito, Guénon sostiene che fare di Dante “un precursore del protestantesimo, o forse anche della Rivoluzione Francese, per il semplice fatto che fu un avversario del papato sul terreno politico, è misconoscere interamente il suo pensiero e non capir nulla dello spirito della sua epoca”. Dante non è un semplice uomo del suo tempo: è portatore di un messaggio universale, poiché parla il linguaggio della metafisica, ossia quello simbolico. Quelle correnti dell’esoterismo che affondano le loro radici sin nei tempi di Dante (Rosicrucianesimo, Massoneria, certo “post-templarismo”) e nel gruppo dei Fedeli d’Amore avrebbero invece subito un generale processo di involuzione e di rovesciamento, sino a divenire gli strumenti della controiniziazione e della sovversione: dunque ogni assimilazione è non solo arbitraria, ma del tutto errata.
Insomma questo agile volumetto è un’autentica miniera di sapienza: e non si potrà affermare di conoscere l’opera di Dante, ignorando gli spunti intellettuali che qui vengono offerti.
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Pubblicato su La Padania del 19.II.2002.
René Guénon, L’esoterismo di Dante, Adelphi, Milano 2001, pp. 106, £14.000.
I Capitoli del libro:
· Cap. I – Senso apparente e senso nascosto
· Cap. II – La Fede Santa
· Cap. III – Avvicinamenti massonici ed ermetici
· Cap. IV – Dante e il Rosicrucianesimo
· Cap. V – Viaggi extra terrestri in differenti tradizioni
· Cap. VI – I tre mondi
· Cap. VII – I numeri simbolici
· Cap. VIII – I cicli cosmici
· Cap. IX – Errori delle interpretazioni sistematiche
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