Steiner e Spengler
Il marxismo ha dominato per settanta anni la vita sociale della Russia, impedendo la sua naturale evoluzione politica e sociale, avvelenando con i fumi di una feroce ideologia occidentalista un popolo chiamato a ben altra vocazione e missione.
Curioso è che Marx aveva scritto pagine di profondo disprezzo per la Russia. Il sistema sociale russo gli appariva il più retrogrado in Europa e la terra russa del tutto infeconda per il germogliare delle sue utopie. Marx si aspettava dall’Occidente, dall’Inghilterra in particolare, l’inveramento della sua dottrina. Solo paesi di avanzato livello industriale e borghese potevano progressivamente scivolare verso l’instaurazione del sistema comunista. Marx in realtà esaltava la funzione distruttiva della borghesia che aveva spezzato i vincoli comunitari, feudali e nazionali, creando quel libero mercato che era a suo parere il presupposto per la successiva evoluzione comunista. L’economista imbevuto di dottrine inglesi celebrava insomma la funzione mondialista e globalizzatrice della borghesia; una grande nazione priva di una borghesia aggressiva gli appariva la meno adatta a far germogliare i semi rivoluzionari del suo pensiero.
D’altra parte quegli stessi paesi di avanzata civiltà industriale e tecnologica si guardavano bene dall’imboccare il cammino tracciato da Marx nella sua dottrina ( una rancorosa forma di messianismo ateo); il fatto che il comunismo si sia affermato in Russia dopo un colpo di stato di una minoranza settaria rappresenta la smentita definitiva al fatto che il sistema di Marx fosse l’orizzonte conclusivo di tutta la storia dell’umanità.
Alle parole di disprezzo di Marx sulla Russia, si contrapponevano i pensieri ben più autorevoli di Oswald Spengler, secondo il quale la Russia era appunto destinata ad essere la culla di una nuova civiltà a venire.
Estremamente interessanti sono le coincidenze tra il pensiero di Spengler e di Steiner: i due non si conoscevano, e se si conoscevano (superficialmente) di sicuro non si stimavano. Spengler considerava la “teosofia” come il classico prodotto di scarto di una civilizzazione in decadenza e forse avrebbe frainteso la stessa antroposofia mescolandola nel calderone del neo-spiritualismo contemporaneo.
Steiner in una sua conferenza accenna allo spenglerismo come a una fredda tendenza dell’intelletto priva di ogni calore di volontà, che a furia di parlare di decadenza finisce col prepararla: insomma un sintomo del problema, più che una soluzione. Eppure Spengler e Steiner convergono su un punto: il futuro approdo ad una civiltà post-occidentale che avrà la sua culla nell’immensa pianura russo-siberiana.
A ben vedere i punti di contatto sono anche più numerosi; e pur nella diversità dei punti di vista (essenzialmente storico-vitalistico quello di Spengler, metafisico – esoterico quello di Spengler) le analogie sono strutturali.
Simili a grandi organismi biologici sono le civiltà per Steiner: esse sbocciano, si sviluppano, esprimono tutti i loro talenti, maturano e alla fine decadono e appassiscono. Così sfilano nel corso della storia la civiltà egizia, col suo sguardo volto alle lontananze temporali e all’aldilà; la civiltà greco-romana che Spengler definisce apollinea, incentrata sul culto della forma, della armoniosa proporzione e sulla presenza di spirito nel tempo presente; la civiltà germanica che per Spengler è senz’altro “faustiana”, nella sua ansia di infinito, nella sua volontà inesausta di superamento. Questa civiltà emette i primi vagiti nella culla del Medio Evo, suoi genitori di sangue sono i popoli germanici; essa diventa giovane e adulta al tempo delle grandi esplorazioni, nello stesso tempo in cui gli astronomi copernicani ci dicono che l’universo è infinito e lanciano la Terra in orbita attorno al Sole.
Verrà poi la civiltà russa che avrà il suo elemento geografico di riferimento non nella infinita distesa oceanica, ma nella infinita e orizzontale pianura russa. Lì germoglierà un’anima che sembrerà abulica agli occhi dello spirito faustiano, ma che nella sua essenza riscoprirà le virtù della contemplazione e il senso più profondo, quasi mistico dell’“amor fati”.
Il tempio greco, concluso nella sua perfetta forma finita, era il simbolo della civiltà apollinea; la cattedrale gotica le cui guglie si proiettano ad inseguire un Dio che si nasconde nel cielo infinito il simbolo della civiltà faustiana; la chiesa ortodossa russa può già oggi apparire come il simbolo della futura civiltà russa, che è civiltà di sintesi tra Oriente e Occidente.
La facciata della Chiesa ortodossa ha la grazia di una cattedrale gotica; ma le sue cupole ricordano le moschee sorte nel mondo islamico-semita sul modello di un antico schema architettonico siriano (lo stesso del Pantheon, definito argutamente da Spengler come la “prima moschea”); le barocche variazioni di forme e di colori ricordano infine la vivacità, quasi la licenziosità dei templi indù. Già in questa forma si manifesta la funzione della civiltà russa che farà da ponte tra l’Occidente, immerso nella materia con le sue scienze e le sue macchine, e l’Oriente che custodisce arcaici segreti dello spirito e tecniche interiori che conducono al sovramondo.
Ma l’annuncio profetico di un ruolo particolare della Russia va anche oltre le pagine dei libroni di Spengler e le parole ispirate delle conferenze di Steiner. Si pensi un attimo alla vicenda mistica di Fatima. Nel 1917 la Vergine Maria appare a tre pastorelli a Fatima in Portogallo, per la precisione nel maggio del 1917.
È quello un momento molto particolare, la I guerra mondiale si protrae sanguinosamente nel fango delle trincee. Gli Imperi Centrali prevalgono per virtù militare ma cominciano a dare i primi segni di fame e di affanno economico: le potenze occidentali prevalgono per ricchezza e risorse nel sottosuolo: Germania e Austria (eredi meccanizzati del Sacro Romano Impero) soffrono per l’embargo. In Vaticano, Benedetto XV cerca di propiziare un armistizio onorevole per tutte le parti in lotta.
Per il mese di maggio il pontefice esorta i cristiani di tutto il mondo alla classica preghiera alla Madre di Dio – il rosario – per propiziare il raggiungimento di quell’obiettivo. Il 13 maggio la Madonna appare ai pastorelli del Portogallo. Negli stessi giorni, il nuovo imperatore d’Austria-Ungheria Carlo d’Asburgo si dice disposto a intavolare trattative di pace e la rete delle gerarchie cattoliche sembra essere un buon canale diplomatico per scavalcare le trincee.
Ma nello stesso tempo, lo Stato Maggiore di Berlino mette a punto un piano machiavellico: prendere il capo dei comunisti, Lenin, farlo entrare in Russia e scatenare la sovversione più estrema nel cuore dell’Impero Zarista. La migliore astuzia che ben presto si rileva – come noterà qualche anno dopo Julius Evola – la peggiore idiozia: pensare di vincere scatenando il caos sociale nella parte avversa, senza immaginare che quel caos si trasformerà in un contagio esiziale trasmesso da nazione a nazione. I Tedeschi vogliono far entrare Lenin in Russia attraverso il confine austro-ungarico: sembra essere quella la via più facile e diretta per inoculare il virus. Ma Carlo d’Asburgo si oppone: quel bandito non avrebbe mai messo piede nelle terre della Duplice Monarchia. Così i Tedeschi scelgono la via del Baltico per gettare il seme del Golpe Bolscevico.
Vicenda storica e profezia mistica a questo punto si intrecciano, dal momento che i pastorelli del Portogallo ottengono dalla Vergine di visitare i mondi ultraterreni, con una visione dantesca degli inferi; ricevono l’esortazione al ritorno alla pratica religiosa e la profezia che riguarda le sciagure che si riverseranno dalla Russia nel mondo intero. Sciagure che potranno essere rimediate solo con un atto rituale e mistico: la “consacrazione della Russia al cuore immacolato di Maria”.
Si può non credere alle pie profezie di Fatima, ma si può facilmente constatare che il Male Assoluto del mondo moderno è lì, con i suoi gulag, i suoi cento milioni di morti, con lo sterminio dei contadini e degli ucraini per fame (sterminio perfettamente pianificato e attuato, con la cifra di sette milioni di morti).
Lo stesso Rasputin, il veggente guaritore della corte dello Zar, aveva previsto un mare di sangue se lo Zar, trascinato dagli ambasciatori occidentali, avesse portato la Russia in guerra contro i cugini tedeschi. Per questo Rasputin fu assassinato da un femmineo aristocratico filo-inglese: per ucciderlo dovettero avvelenarlo, poi pugnalarlo, poi spararlo da distanza ravvicinata. Per essere sicuri che il veggente non sopravvivesse lo legarono anche mani e piedi e lo gettarono nelle acque ghiacciate del fiume. Rasputin, che aveva visto lungo e che aveva consigliato bene, alla fine morì. Non prima di essersi sciolte le mani dai vincoli.
Dalla sconfitta nella I Guerra Mondiale discese la catastrofe del golpe bolscevico. Il marxismo poneva radici proprio nella terra che il borghese economicista Marx tanto disprezzava. E tuttavia chi, in nome di un ipotetico “senso della storia”, era convinto che il collettivismo materialista rappresentasse per la Russia un punto di non ritorno e per il mondo intero una gloriosa tappa finale, sul finire del secolo sarebbe stato amaramente deluso. Alle soglie del III millennio rinasce la Santa Russia e l’ex colonnello del KGB, divenuto ora colonnello d’onore del rinato ordine dei Cosacchi bacia devoto le sacre icone dell’Ortodossia. La Notte di Natale del 1991 lo straccio rosso del comunismo viene ammainato dalla fortezza del Cremlino per essere gettata nella cloaca della storia. Sul pennone della fortezza consacrata San Michele Arcangelo risale la bandiera tradizionale bianca-blu-rossa con l’aquila bicipite.
È interessante rimarcare questa convergenza di previsioni. Per Spengler la pianura russa è il paesaggio di una nuova civiltà con un’anima completamente diversa dall’attuale. Per Steiner in Russia si invera la VI Civiltà post-atlantidea, quella destinata a realizzare il livello di coscienza del Sé Spirituale – Manas. Per i devoti cattolici mariani la Russia è quella terra speciale da consacrare al Cuore Immacolato di Maria affinché superi la prova più atroce della modernità.
Da notare che lo stesso Hitler, chiuso nel bunker di Berlino, interpretò la seconda guerra mondiale come una sorta di ordalia per capire quale fosse la stirpe più determinata dei nostri tempi. I Tedeschi avevano perso – diceva Hitler, non curante di aver mandato i Tedeschi allo sbaraglio su tre fronti … – il futuro spettava ai Russi.
Questo futuro sembra oggi albeggiare con la nuova Russia post-comunista. Ad essa va tutto il nostro interesse geopolitico. Come Italiani abbiamo il compito di meditare a fondo il concetto teologico-politico di III Roma, per riempirlo di contenuti spirituali sempre più precisi nel solco della continuità della nostra tradizione.
Steeler
Ma da dove le viene fuori tutta questa ammirazione per quell’ammasso di barbari puzzolenti e senza classe? E’ proprio vero che siamo caduti veramente in basso se dobbiamo aspettarci la rinascita spirituale dalla marmaglia slava….
AP
verrebbe quasi da bombardarli! Usando i missili di Israele e USA e i soldi di Soros…
Giasone
Non capisco questo astio verso la Russia che leggo nei commenti: bisogna fare una netta distinzione fra quella post-rivoluzionaria (comunista, atea e collettivista) e quella pre-rivoluzionaria (cristiana, zarista e tradizionalista), la quale, nella sua ortodossia incentrata sul monachesimo, aveva una forza spirituale non indifferente e, sotto certi aspetti, superiore al cattolicesimo europeo, più concentrato ad ottenere maggior potere temporale.
Detto questo non so se potrà essere la futura depositaria della restaurazione tradizionale, sebbene possa essere una possibilità. Guènon si soffermò più volte sulla fallacia delle profezie.
Nanni
Rasputin era un uomo (molto) negativamente orientato…
AP
Rasputin intuì con straordinaria lucidità il destino di sangue a cui sarebbe andata incontro scendendo al fianco degli stati occidentali.