“L’Iniziazione si rivolge all’uomo di desiderio, l’uomo che vuole lasciare il torrente per desiderio di Dio e che riconosce se stesso come desiderio di Dio, che è desiderio di Libertà. L’Iniziato è un uomo libero, libero da se stesso”.
Louis Claude de Saint-Martin
Proveremo ad “collocare” in un’ottica Iniziatica e Tradizionale la prova ontologica di Kurt Gödel, formulata in tre momenti dal 1941 fino al 1970. L’approccio di Gödel è squisitamente e puramente logico ed il suo interesse per la prova ontologica dell’esistenza di Dio è figlio di un aspetto significativo della sua personalità che possiamo definire filosoficamente ed iniziaticamente coerente alla Libertà assoluta: la sua distanza dallo “spirito del tempo” con il quale non era per nulla in sintonia, condannandosi ad un isolamento vissuto tuttavia in modo fecondo e privo di patimenti.
Alla radice di ogni Via Iniziatica vi è lo stesso afflato di Libertà che deve essere supportato da un corpus principiale posto “a priori” d’ordine metafisico, trascendente, distaccato e, quando rivolto alla Possibilità Universale di memoria guénoniana, consente il ricongiungimento con la Fonte Tradizionale.
Ebbene, l’approccio teoretico e purissimo, cristallino e “aristocraticamente” separato di Gödel mediante la logica e la matematica, esprime una aderenza ad un principio primo ed ordinatore ancor di più avvalorato dal fatto che egli pervenne ad una classificazione delle possibili visioni filosofiche in cui inserire gli studi sui fondamenti della matematica. Infatti, a seconda del grado di affinità con la metafisica o, al contrario, a seconda della distanza da essa, Gödel colloca “a destra” spiritualismo, idealismo e teologia ed “a sinistra” scetticismo, materialismo e positivismo. Gödel era un teista, perfettamente e “naturalmente” posto nell’ala destra. E, con una estensione alle discipline iniziatiche, potremmo dire che si ravvisano in ciò certi contatti con i “punti di vista” Tradizionali pure se il logico austriaco non ebbe a che fare direttamente con tali argomenti.
La sua prova ontologica, anche trascurando l’aspetto prettamente matematico e per così dire “di calcolo” del tutto insignificante dal punto di vista iniziatico, assume una importanza metafisica di sorprendente chiarezza perché, allo stesso modo dello spirito ravvisato ne I principi del calcolo infinitesimale di Guénon proposti sulla base del lavoro di Leibniz, anche qui l’impostazione di Gödel è simile a quella di Leibniz ma lega l’esistenza di Dio ai concetti filosofici e metafisici di primaria importanza nelle dottrine iniziatiche quali Possibilità, Necessità, Esistenza, Qualità delle perfezioni positive.
La tesi condizionale è che se l’esistenza divina risulta anche solo possibile, allora è attuale e quindi necessaria. In Leibniz si afferma che considerando la possibilità di una congiunzione di qualità come equivalente alla possibilità dell’esistenza di un essere che possegga tutte quelle qualità, ne inferisce che è possibile l’esistenza di un essere che possiede tutte le perfezioni, e poiché un tale essere soddisferebbe la sua definizione di Dio, egli deduce che l’esistenza di Dio è possibile. Gödel, a differenza di Leibniz, che definì le perfezioni, e più in generale le qualità puramente positive, in termini del ruolo che la negazione non ha nella loro struttura logica interna, caratterizza qui le proprietà puramente positive, o “perfettivi”, in termini di ciò che esse implicano. Segue pertanto che “il sistema di tutte le proprietà positive è compatibile” e quindi che l’esistenza di Dio, come colui che possiede tutte le proprietà positive, risulta possibile.
Significativo è, a nostro avviso, il fatto che i perfettivi sono caratterizzati in base a ciò che implicano. Gödel definì in un assioma che “una proprietà è un perfettivo se e solo se non implica alcuna negazione di un perfettivo”: le Qualità positive di Dio hanno implicazioni rivolte esclusivamente, e diremo iniziaticamente, alla Luce Metafisica della Deità.
In ultimo, ricordando che Tradizionalmente il grado di connessione alla Fonte dipende dalle facoltà mentali individuali (Manas), notiamo che Gödel considerava il cervello come un calcolatore connesso ad uno spirito, attribuiva alla mente capacità maggiori di una macchina e considerava gli elementi alla base dell’universo come semplici ma tuttavia ubbidenti a leggi di azione non-semplici e non meccaniche capaci di stabilire la vita quale forza primitiva. Tale Weltanschauung rende Gödel capace di fusione e compatibilità tra teologia e dispiegamento della ragione mediante la sua dichiarata fede filosofica e logica: “il mondo è razionale” ed “in un mondo finito, Dio esiste ed è unico”.
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